
L’emanazione del Decreto del 17 marzo 2020 facendo delle distinzioni importanti tra varie categorie di lavoratori autonomi, riguardo l’accesso ai sussidi e alle agevolazioni statali, ha suscitato indignazione e rezioni in tutto il mondo delle professioni.
Di seguito, in ordine cronologico e liberamente scaricabili, alcuni dei documenti prodotti da Istituzioni e associazioni del mondo delle professioni tecniche, per tutelare dinanzi al governo la categoria dei liberi professionisti affinché abbiano pari dignità a tutti i lavoratori autonomi.
- Lettera Confprofessioni a seguito dell’emanazione Decreto Legge 9/2020 “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”
- lettera della Federazione Toscana che sollecita il CNAPPC a scrivere una lettera al Governo Conte in cui inserire che i lavoratori devono avere pari dignità a seguito della esclusione dei professionisti non iscritti in GS nell’art. 16 del DL 9/2020.
- Lettera Confprofessioni Emilia Romagna al presidente Bonaccini perchè si faccia promotore di azioni a tutela dei Liberi professionsiti ( si cheide pari dignità)
- lettera CNAPPC al Governo Conte con inserimento al punto 3) di quanto richeisto da Federazione Toscana
- lettera della Rete delle professioni scientifiche al Governo Conte
- lettera di 50 delegati inarcassa al Governo Conte ( alla vigilia dell’uscita del Decreto Cura Italia) sempre per chiedere pari dignità e che discriminazioni di cui all’art. 16 del DL 9/2020 non siano ripetute nel decreto di prossima emeanzione ( poi Decreto Cura Italia)
- Lettera CUP e RPT al Governo Conte
- Lettera delle professioni tecnche sicnetifiche al Governo Conte
- Comunicato Fondazione Inarcassa a tutela dei liberi professionisti
- Comunicato Oliveti ADEPP contro il decreto Cura Italia richiesta pari dignità dei professionisti.
- Comunicato di Confprofessioni nazionale che plaude per misure per dipendenti degli studi (e nonostante all’interno di Confprofessioni ci sia Inarsind la nostra categoria è dimenticata e non si tiene conto nemmeno della lettera di Confprofessioni Emilia Romagna)